giovedì 19 gennaio 2017

"E Sia", una canzone per l'epilessia.

Claudia Giulietti, cantautrice, soffre di epilessia e nel 2012 ha scritto "E sia", una canzone che parla di quello che per lei rappresenta questa malattia. Grazie alla condivisione della canzone, si sente più libera perché ha acquisito consapevolezza della malattia.
La canzone mi ha colpito davvero molto, sia per l'impatto delle parole sia per l'interpretazione da brividi. Qui potete ascoltare le parole dell'autrice seguite subito dopo dalla canzone:



E qui vi ho trascritto il testo della canzone:
Così dunque sei arrivata
con un movimento strano,
il braccio si muoveva a scatti
il pensiero era lontano
compagnia indesiderata
invadente, dominante
hai stravolto i giorni miei
nella mente mille domande


Di me hai preso tu il controllo
in un gioco senza fine
nel mostrarti e scomparire
nell'illudermi e gioire
eri sempre dentro me 

mentre ti volevo via
ed io fragile ed insicura
ero sempre meno mia


Basta mai più silenzi

Basta mai più il vuoto intorno
Basta mai più sentirmi meno
Basta mai più


Col tempo è stato chiaro
che non eri tu il problema
ero sempre troppo sola

era chiusa la mia gola
mi vedevano diversa
mi tenevano lontana
la tristezza ed il dolore
seminavano il rancore


Basta mai più il tuo giudizio
Basta mai più cercare fuori
Basta mai più il tuo stupore
Basta mai più
Io ti ho dato troppo spazio
questa è stata la follia
il mio tempo scivolava
tu me lo portavi via
ora non ti temo più
sei un fatto marginale
pronunciare il nome tuo
EPILESSIA, non fa più male.


Ora son qui nel mio presente
libera ormai da ogni giudizio
tu sei di me solo una parte
ora lo so

Ora son qui nel mio presente
libera ormai da ogni giudizio
tu sei di me ben poca cosa, si

ora io so cercare dentro di me.

Rhapsody in grey, un attacco epilettico si trasforma in musica.

Quella che state per ascoltare è una canzone prodotta solo dalle onde del cervello: si chiama "Rhapsody in grey" ed è formulata partendo dai dati raccolti durante l’elettroencefalogramma di una bambina nel corso di un attacco epilettico.
Nei primi 90 secondi della canzone, l’attività cerebrale della piccola paziente è nella norma, mentre poi la crisi esplode: centinaia di migliaia di neuroni si infuocano e le scosse diventano ritmiche e incalzanti.  
Mettetevi le cuffie e premete qui per ascoltare.


Frammenti di racconti.

Nel post precedente ho trattato del libro "Sara e le sbiruline di Emily", scritto da una mamma di una bimba che soffre di epilessia che si rivolge ai più piccoli per spiegare loro, attravero illustrazioni e testi molto semplici, di cosa sia questa mallatia.
Sempre la fondazione LICE nel 2013 aveva bandito il concorso "Raccontare l'epilessia": grazie ai racconti ricevuti è stato pubblicato un libro, "A volte abito qui" (che potete trovare nella sezione Libri del blog).
Grazie alle parole dei bambini, scopriamo come reagiscono alla malattia e l'interpretazione che danno alle crisi che li colpiscono. E soprattutto si vede come sia fondamentale il supporto dei genitori e degli amici, indice del fatto che avere conforto e supporto dalle persone che ci circondano possono aiutarci a sconfiggere anche le nostre paure più grandi.
 Ecco alcuni estratti del libro:

"Il mio nome è Lorenzo, ho sette anni e mezzo, vivo in Italia e sono un supereroe! Nelle sue avventure Hulk si arrabbiava, ma forte, ma così forte che diventava tutto verde ed era capace di rompere tutto e fare dei veri disastri […]. Mio fratello mi detto che ha preso come una malattia, delle radiazioni atomiche che  gli provocano quest'effetto fortissimo che lui non riesce proprio  a controllare […]. Sembrava matto ma non lo era per niente […]. Così ho capito: io e Hulk eravamo uguali!"




"[…] Nostro figlio chiama "Nuvoletta" la sua crisi epilettica, quella più leggera, ma anche quella più frequente. Lui si accorge del suo arrivo, ci chiama per avvertirci che sta arrivando, poi si assenta con lo sguardo nel vuoto, fermo, immobile […]. Noi lo abbracciamo, così si ritrova quando il sole ricompare. Dopo un poco è lui che ci rassicura e ci dice che è passata. Noi non possiamo garantire il bel tempo a nostro figlio. La nostra preoccupazione più grande è garantirgli un posto sicuro e accogliente quando viene la sua eclissi ed un abbraccio  per quando torna il suo sole"

Una lettura per i più piccoli.

Ho creato una sezione apposita per i libri, ma volevo dedicare questo intero post a un libro, scritto da una mamma e rivolto ai più piccoli.

“Sara e le sbiruline di Emily” è un racconto di vita nato dalla penna della giovane mamma Rachele Giacalone, dopo che a sua figlia di cinque anni è stata diagnosticata una delle numerose forme infantili di epilessia. 
L'obiettivo del libro è quello di raccontare l’epilessia ai più piccoli, spiegare e informare con parole semplici cosa sia una crisi epilettica e come imparare a non averne paura. Nella storia, questo avviene con un linguaggio diretto e giocoso accompagnato da illustrazioni (a cura di Norina Wendy Di Blasio) che si sposano alla perfezione con il testo. 
“Più passava il tempo, più le crisi aumentavano e mi rendevo conto che le informazioni mediche sulla malattia erano accessibili solo ad un mondo di adulti” racconta l’autrice. “La mia bambina, invece, aveva un gran bisogno di capire cosa le stesse accadendo ed anche la sorellina minore, che era sempre presente durante le crisi, aveva bisogno di essere rassicurata e di imparare a non avere paura.”
Il libro, patrocinato dalla Lega Italiana contro l’epilessia (LICE) e distribuito gratuitamente, nasce dal bisogno di comunicare ai più piccoli con parole semplici la malattia, che solo in Italia colpisce cinquecentomila persone con trentamila nuovi casi ogni anno.
Qui potete trovare l'intervista all'autrice del libro, e qui il pdf del libro.


Epilessia: l'utilità della dieta chetogenica.

Nei bambini e nei giovani che soffrono di qualche forma di epilessia, anche l'alimentazione può contribuire alla loro condizione di benessere. È stato infatti dimostrato che una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati - la cosiddetta dieta chetogenica - ha benefici effetti sull'attività dei neuroni cerebrali, in particolare nei casi in cui la terapia farmacologica risulta meno efficace.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Epilepsy Research, ha confermato una vecchia osservazione secondo cui la condizione di digiuno previene la frequenza e l'entità delle crisi epilettiche. Ciò è dovuto al fatto che nel digiuno l'organismo produce corpi chetonici in abbondanza, e queste sostanze interferiscono con le aree cerebrali che controllano le scariche elettriche alla base dell'epilessia.

"La dieta chetogenica può giocare un ruolo attivo in situazioni in cui gli effetti collaterali dei farmaci diventano troppo gravosi per i pazienti", spiega la ricercatrice Anna Tagliabue, professore associato di scienza dell'alimentazione e nutrizione umana all'Università di Pavia, nonché coautrice della ricerca pubblicata su Epilepsy Research.
Per questo motivo la dieta chetogenica è stata rivalutata come trattamento coadiuvante dell'epilessia infantile, soprattutto negli Stati Uniti e in molti paesi europei, mentre l'Italia sta cominciando a seguire questo utile regime alimentare.
La dieta chetogenica prevede che il 90 per cento della razione alimentare sia composta da lipidi, il 7 per cento da proteine e solo il 2-3 per cento da glucidi; una combinazione piuttosto lontana dalle abitudini alimentari mediterranee, che includono soltanto il 10 per cento di proteine, il 65 di carboidrati e 25 di lipidi.
L'importanza del contributo alimentare nell'epilessia viene confermato anche dal fatto che, sempre più spesso, le divisioni ospedaliere di neurologia si avvalgono della consulenza di esperti nutrizionisti.
Un possibile problema può essere quello di rispettare dieta chetogenica nella vita di tutti i giorni, quindi senza l'assistenza ospedaliera continua.

Nell'immagine è raffigurata la piramide alimentare della dieta chetogenica:






NeuroPace RNS: una nuova cura per l’epilessia.

I farmaci sono i pilastri fondamentali per il trattamento dell’epilessia, ma molti pazienti non reagiscono alla terapia farmacologica e necessitano di opzioni aggiuntive. Il Sistema NeuroPace RNS, che sta per Reactive NeuroStimulator, è il primo dispositivo disponibile per persone con epilessia parziale intrattabile.
Il dispositivo è di fatto un brainpacemaker che effettua un monitoraggio attraverso prelievo ed elaborazione del segnale EEG (elettroencefalogramma) e, quando i segnali prelevati superano le soglie di rilevazione, attiva una stimolazione elettrica con lo scopo di prevenire l’insorgenza della crisi, annullando elettricamente l’effetto dei pattern che l’avrebbero generata, così da ripristinare la normale attività cerebrale del paziente.
Kelly O’Brien, 28 anni, con epilessia cronica, riferendosi a NeuroPace RNS, afferma: “Mi ha dato un’indipendenza che non avevo prima. Da quando ho ricevuto il dispositivo, i miei attacchi si sono fermati e riesco a fare cose che prima non ero in grado di fare in autonomia. La cosa più importante è che ora sono in grado di guidare di nuovo.” 
Vi allego qui il link dell'articolo e qui di seguito un breve video dimostrativo (purtroppo in inglese) del funzionamento di NeuroPace RNS sul segnale EEG:



Il Sahaja Yoga.

Nei post precedenti si è parlato di come la tecnologia sia sempre più al servizio della nostra salute. Ma oltre alla tecnologia, si è scoperto come anche lo sport possa aiutare i pazienti affetti da epilessia.
Il Sahaja Yoga (“sahaja” = “spontaneo” e “yoga” = “unione con il proprio sé”), fondato in India nel 1970, è una forma di meditazione basata su un’esperienza chiamata “realizzazione del Sé” che prevede il risveglio dell’energia Kundalini che si trova all’altezza dell’osso sacro. Una volta che la Kundalini è risvegliata, si manifesta fisicamente attraverso una brezza fresca a livello delle mani e della testa. L’effetto della Kundalini, quando è risvegliata, è di andare ad agire su tutti i 7 chakra (i canali energetici del corpo che corrispondono ad alcuni punti del sistema nervoso), portando loro energia e permettendogli di migliorare. In particolare, a livello del chakra del Cuore, è possibile permettere al Sé di risvegliarsi e di manifestare la pura gioia dell’esistenza e l’amore incondizionato.

Una serie di studi ha evidenziato una riduzione del numero degli attacchi in pazienti affetti da epilessia con una riduzione dell’86% dopo circa 6 mesi di trattamento.
Oltre a questo, altri principali benefici del Sahaja Yoga sono:
  • benessere fisico, spirituale ed emotivo;
  • equilibrio fisico e mentale;
  • benefici a chi soffre di asma, ipertensione;
  • riduzione dello stress e rilassamento fisico;
  • aiuta la respirazione.
Qui trovate il sito ufficiale del Sahaja Yoga Italia.

mercoledì 18 gennaio 2017

Aspire, un “pacemaker” per il cervello.

I bambini, insieme agli anziani, sono i più colpiti dall'epilessia; è proprio una bambina di 4 anni ad aver subito un intervento neurochirurgico con cui le è stato impiantato Aspire, una specie di pacemaker cerebrale in grado di prevenire e fermare le crisi epilettiche.
L’operazione è stata eseguita all’ospedale le Molinette di Torino; la piccola paziente era colpita da una forma di epilessia resistente ai farmaci.
Aspire è in grado di monitorare il cuore con un elettrocardiogramma attraverso cui cogliere i primissimi segni della crisi, e consente di modificare la reattività delle cellule nervose interessate dall’epilessia, mediante la stimolazione del nervo vago.
Non pensate si apra una prospettiva di speranza per i pazienti, soprattutto per i più piccoli?

Spritam, il primo farmaco stampato in 3D.

La FDA (Food and Drug Administration) ha approvato Spritam, il primo farmaco stampato attraverso la nuova tecnologia 3D. Questo farmaco viene utilizzato nel trattamento delle convulsioni epilettiche ed è prodotto dalla casa farmaceutica Aprecia Pharmaceuticals. È prescritto come terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali, miocloniche e tonico-clonico che si manifestano in adulti e bambini affetti da epilessia.
La Aprecia ha messo a punto, stampando queste medicine, una tecnologia innovativa, chiamata ZipDose 3D printing, che rende ogni singola pillola più solubile e digeribile. Una tecnologia che, oltre a garantire dosi maggiori di farmaco, ha dunque due vantaggi: da un lato rende meno difficile ingerire il medicinale (soprattutto per i più piccoli, refrattari ad ingoiare pillole di grandi dimensioni); dall’altro riduce i tempi di scioglimento e di successiva assimilazione (venendo incontro a chi ha problemi di questo tipo).
In questo video che vi ho allegato potete vedere una dimostrazione dello scioglimento del medicinale confrontato con una medicina normale:


La musica può prevenire l'epilessia?

Un team di ricercatori dell'Ohio State University Wexner Medical Center di Columbus (Usa) ha scoperto il funzionamento del cervello degli epilettici: l’attività cerebrale di chi soffre della patologia  si sincronizza con la melodia ascoltata, senza sfociare in un attacco.
Gli scienziati hanno confrontato l’attività cerebrale di 21 epilettici con quella di altre persone non colpite dalla malattia. Attraverso l’impiego dell’elettroencefalogramma, hanno registrato gli impulsi cerebrali dei volontari durante l’ascolto di tre brani musicali: due melodie di Mozart e una canzone del jazzista John Coltrane. Ogni melodia è stata preceduta e seguita da 10 minuti di silenzio. 
Al termine dell’esperimento, hanno scoperto che, durante l’ascolto, l'attività neuronale delle persone epilettiche era più elevata, ma non sfociava in una crisi epilettica. In particolare, le loro onde cerebrali si sincronizzavano con la musica. Il fenomeno si verificava soprattutto a livello del lobo temporale, l’area del cervello in cui è situata la corteccia uditiva e in cui viene elaborata la musica. Il lobo temporale rappresenta anche il punto in cui, nell’80% dei casi di epilessia, insorgono gli attacchi.
Secondo gli esperti, ascoltare i brani musicali potrebbe migliorare l’efficacia delle terapie farmacologiche tradizionali.
E voi cosa ne pensate? Io personalmente penso sia una scoperta sorprendente che potrebbe davvero rivoluzionare la cura dell'epilessia!


martedì 17 gennaio 2017

Cani contro l'epilessia.

Che il cane sia il migliore amico dell'uomo è ormai un fatto indiscutibile. Ma chi avrebbe mai detto che i cani sarebbero stati addirittura in grado di "fiutare" l'arrivo di una crisi epilettica?
Adam Kirton, neurologo canadese, nel 2004 condusse una ricerca osservando 60 cani conviventi con padroncini epilettici: 9 di questi si dimostrarono capaci di preannunciare l'arrivo di una crisi con ore o minuti di anticipo leccando il bambino e mugolando con insistenza. E prima di lui tanti altri arrivarono alla stessa scoperta.
Le previsioni dell'amico a quattro zampe si rivelarono corrette nell' 80% dei casi. Questo permise ai genitori di mettere i piccoli nelle condizioni idonee per affrontare l'attacco, ponendoli al riparo dalle cadute e dai traumi che si manifestano come conseguenza dei movimenti incontrollati scatenati dalla crisi.
Questa straordinaria capacità dei 9 cani osservati da Kirton non è frutto di nessun addestramento: un solo mese di affiancamento con il bambino ammalato è stato sufficiente perché l'animale iniziasse a segnalare l'arrivo degli attacchi epilettici.
Secondo alcuni neurologi, gli animali sarebbero in grado di percepire tramite il proprio sensibilissimo olfatto l'aumento di sudorazione che si manifesta prima della crisi. Tale fenomeno sarebbe la conseguenza di piccole scariche elettriche che si avrebbero nel cervello dell' ammalato prima dell'attacco.
In America si chiamano “seizure alert dogs ” e sono addestrati a soccorrere te persone durante un attacco. L'Epilepsy Foundation ha ideato vari addestramenti a cui iscrivere i propri cani per prepararli al soccorso (qui il link).
E voi cosa ne pensate?  Vi affidereste ai vostri amici a 4 zampe?

Embrace: il braccialetto salvavita.

La startup italiana milanese Empatica ha ideato Embrace, un braccialetto che monitora il livello di stress, emotività, sonno e attività fisica. Al suo interno si trova un sensore termico che, misurando l’attività elettrodermica riesce a individuare anomalie nello stato di salute della persona che lo indossa. 



In caso di allarme il bracciale vibra e, attraverso l’App ‘Empatica Alert‘ (con cui s’interfaccia lo smartwatch), invia un avviso a smartphone, tablet, pc di familiari, consentendo loro di intervenire e salvare la vita a chi lo indossa.
Un oggetto che nasce dunque per essere indossato sempre, ed è per questo che il design di Embrace è molto essenziale ma, al tempo stesso, pratico: leggerissimo e con una batteria che dura anche sei mesi, il che ne renderà più semplice la gestione quotidiana. E non importa a nessuno che non faccia la maggior parte delle cose che i nuovi smartwatch promettono di fare. 
In fondo a Embrace si chiede una cosa sola: salvarci la vita, con un ‘abbraccio’.



Cyberbrain: nuova tecnologia al servizio della cura dell’epilessia.

In futuro le crisi epilettiche potranno anche essere curate via wireless, senza ricorrere agli interventi chirurgici, inviando impulsi elettrici alla corteccia cerebrale e bloccando le crisi. 
È infatti made in Italy il primo dispositivo wireless per la diagnostica avanzata dell’epilessia, un progetto tecnologicamente innovativo che potrà registrare l’attività della corteccia cerebrale e stimolarla elettricamente, e identificare i movimenti programmati dalla corteccia motoria per poi inviarli a un arto meccanico.  
Cyberbrain è stato ideato e sviluppato da ab medica, sotto la direzione scientifica del neurochirurgo Dott. Pantaleo Romanelli. L’obiettivo è di semplificare il trattamento chirurgico per quei casi di epilessia gravi che non rispondono alla terapia farmacologica. Si tratta di un piccolo dispositivo delle dimensioni di 44mm x 52mm x 18mm contenente 64 elettrodi, che può essere impiantato sulla corteccia cerebrale per circa 6 mesi, così da monitorare i segnali corticali per un lungo periodo senza l’utilizzo di cavi di connessione o ingombranti apparecchiature esterne.
Il team del Dott. Pantaleo Romanelli ha inoltre già sviluppato un “caschetto” non invasivo che, semplicemente appoggiato sulla testa del paziente affetto da malattie neurodegenerative o colpito da ictus, permette di eseguire azioni semplici come accendere o spegnere una lampadina.
In questo video il dottor Romanelli spiega in prima persona in cosa consiste il suo progetto innovativo. 


L’app che prevede gli attacchi epilettici.

Shaina Mims soffre di epilessia da quando aveva 13 anni. La sua paura più grande è che un attacco sopraggiunga quando si trova alla guida o quando è sola. Da qualche tempo sta partecipando ad un progetto di ricerca della Johns Hopkins University che permette ad adulti con epilessia di monitorare i loro sintomi, convulsioni, farmaci e potenziali fattori scatenanti, condividendo i dati con i ricercatori. Lo strumento principale è un’applicazione chiamata EpiWatch che è una delle prime realizzate appositamente per l’Apple Watch, l'orologio digitale della Apple con cui l'università sta collaborando per questo progetto.




Questa applicazione raccoglie i dati fisiologici dei pazienti epilettici con l’obiettivo innanzitutto di avvertire un parente quando un attacco è in corso, ma soprattutto di indagare la possibilità di trasformarsi in predittore per anticipare l’arrivo degli attacchi e permettere ai pazienti di mettersi al sicuro o chiedere aiuto prima che accada.

Questa applicazione è capace di analizzare grandissime quantità di dati provenienti da tutti i pazienti che volontariamente la usano, e rintracciare al loro interno dei pattern ricorrenti, in modo da estrarre automaticamente l’algoritmo necessario per prevedere un attacco. Più persone utilizzano l’applicazione, più dati vengono raccolti e più l’applicazione diventa precisa nell’intento di prevenzione. Più dati sono inviati all’applicazione, migliori sono le sue capacità predittive.
Qui potete trovare l'articolo completo.
E voi cosa ne pensate? Siete ottimisti o diffidenti nei confronti di questa innovazione tecnologica?


 

SOS epilessia: cosa fare?

Nei post precedenti ho spiegato cosa è l'epilessia, e ho fatto una classificazione distinguendo le varie forme di crisi epilettiche. Ma cosa bisogna fare quando si è con qualcuno colpito da una crisi?

Come prestare aiuto, soprattutto per le crisi più violente con perdita di coscienza (crisi toniche-cloniche):

✓ Rimani vicino alla persona – stai calmo.
✓ Prendi nota dell’ora e della durata della crisi.
✓ Proteggi la persona da lesioni: togli qualunque oggetto pesante dall’area in cui si trova; metti qualcosa di morbido sotto la sua testa. Allenta i capi di vestiario troppo stretti.
✓ Sposta con delicatezza la persona su di un fianco, non appena sarà possibile, per aiutarla a respirare.
✓ Cerca di comunicare con la persona per assicurarti che abbia effettivamente ripreso conoscenza.
✓ Rassicurala.
✘ Non limitare i movimenti della persona.
✘ Non cercare di mettere forzatamente nulla dentro la bocca.
✘ Non dare alla persona acqua, pillole o cibo fino a quando non sarà pienamente cosciente. 

Dopo che la crisi si è conclusa, la persona dovrebbe essere messa sul suo fianco sinistro. Rimani con la persona fino a quando si sarà ripresa (da 5 a 20 minuti).


Chiama un’ambulanza se:

✓ la crisi ha una durata attiva superiore a minuti o un secondo attacco segue subito dopo. 
✓ la persona non ha riacquistato conoscenza entro minuti dalla conclusione della crisi.
✓ la persona si è fatta male.
✓ sai, o credi, che sia stato il primo attacco epilettico sofferto dalla persona.
✓ se sei in dubbio.

lunedì 16 gennaio 2017

Come riconoscere le crisi epilettiche.

Anche se le crisi epilettiche sono molto complesse, sono di solito classificate in due categorie: 
  • le crisi parziali o focali, che cominciano solo in un punto focale del cervello e quindi colpiscono solo la parte del corpo controllata da quella parte del cervello;
  • le crisi generalizzate, che colpiscono l'intero cervello e quindi interessano tutto il corpo.
La crisi parziale semplice può comportare movimenti involontari o l’irrigidimento di un arto, sensazioni di déjà vu, un gusto o un odore spiacevole, o sensazioni nella stomaco come di ‘farfalle’ o nausea. La persona rimane del tutto cosciente durante tutta la durata della crisi.
La crisi dura solitamente meno di un minuto e poi la persona si riprende. 

La crisi parziale complessa interessa solo una parte del cervello ma lo stato di coscienza della persona viene alterato. La persona può spesso apparire confusa e stordita, e può compiere strane azioni come giocherellare coi suoi indumenti, compiere movimenti di deglutizione o emettere suoni inusuali. La crisi dura solitamente per uno o due minuti ma la persona può rimanere confusa e in stato di sopore per alcuni minuti o alcune ore dopo che la crisi si è conclusa.


La crisi tipo assenza è una crisi generalizzata che interessa tutto il cervello ed è maggiormente comune nei bambini. In questo tipo di attacco, la persona perde coscienza di quanto sta accadendo attorno a sè ma raramente cade a terra. Semplicemente, rimane con lo sguardo fisso e potrebbe arrovesciare gli occhi o sbattere le palpebre. 


Le crisi toniche-cloniche sono attacchi generalizzati che interessano tutto il cervello. E’ il tipo di crisi a cui si riferisce la maggior parte della gente quando pensa all’epilessia. Il corpo di chi ne è colpito si irrigidisce e la persona cade a terra (fase tonica). Gli arti cominciano a contrarsi con forti movimenti simmetrici, ritmici (fase clonica). La persona può sbavare dalla bocca, diventare blu o rossa in faccia o perdere il controllo della vescica e/o dell’intestino. Anche se assistere a questo tipo di crisi epilettica può essere pauroso, l’attacco in se stesso difficilmente può causare danni alla persona che ne è colpita. Essa, tuttavia, può vomitare o mordersi la lingua e può a volte ferirsi se sbatte contro gli oggetti circostanti quando cade o è in preda alle convulsioni. La crisi normalmente cessa dopo alcuni minuti, dopo di che la persona è di solito confusa e in stato di torpore. Potrebbe soffrire di mal di testa e voler dormire

  
In questa mappa concettuale ho cercato di rendere più chiara e immediata la classificazione delle crisi epilettiche.



domenica 15 gennaio 2017

Definiamo l'epilessia.

L’epilessia è una malattia più diffusa rispetto a quanto si possa pensare e colpisce indistintamente uomini e donne di tutte le età. L'epilessia è una condizione neurologica caratterizzata da ricorrenti e improvvise perdite di coscienza e violenti movimenti convulsivi dei muscoli, dette "crisi epilettiche". Le convulsioni tendono a ripetersi e non c'è una causa che si riconosce immediatamente. 
Bisogna distinguere l'epilessia dal singolo attacco epilettico, che è invece una situazione provvisoria che si verifica in seguito a una specifica motivazione, ad esempio un trauma.

L'epilessia può avere una causa sia genetica, sia acquisita.

Tra le cause acquisite si includono gravi traumi cranici, ictus, tumori e danni al cervello in seguito a una precedente infezione. Nel 60% dei casi la causa rimane comunque sconosciuta.
Quando è causata da fattori genetici, si manifesta già in tenera età o comunque non più tardi del periodo adolescenziale; negli altri casi, invece, si manifesta di solito oltre i 40 anni e per lo più nelle persone anziane.
Gli attacchi epilettici vengono generalmente controllati grazie a i farmaci in circa il 70% dei casi. In coloro che non rispondono alla terapia farmacologia si può fare ricorso alla chirurgia o alla neurostimolazione. Non tutti i casi di epilessia sono permanenti e molte persone possono andare incontro a miglioramenti tali da non rendere più necessari i farmaci.

Colpisce l'1% della popolazione ed è una malattia sempre più in aumento.


Anche i bambini devono sapere.

Nonostante l'epilessia sia una malattia molto diffusa, che colpisce 1 persona su 100, c'è ancora molta disinformazione al riguardo.
Si potrebbe iniziare a far conoscere l'epilessia fin dalla scuola primaria, per accrescere la consapevolezza dei bambini che potrebbero ritrovarsi a vivere episodi di crisi epilettiche, in prima persona o come spettatori. È molto importante, soprattutto per i bambini che tendono a "escludere" il diverso, fargli capire che non c'è nulla di cui avere paura ma bisogna aiutare chi ne soffre standogli vicino.
Questo video descrive, attraverso un cartone animato, la prima crisi epilettica di un bambino di nome Paolo mentre si trova a scuola, e dà una spiegazione molto semplice della malattia.
Buona visione!